Circa un mese e mezzo fa mi arrivò una notizia, di quelle brutte, veramente brutte, la mia compagna, che continua a non farsi i cazzi suoi e frequenta social del cazzo tipo Facebook, proprio in occasione di una di queste sue perlustrazioni si imbatté in un post, che mi fece letteralmente trasalire, dove veniva riportata la circostanza che un mio carissimo amico era morto qualche giorno prima, la mia prima immediata sensazione fu quella che si fosse tolto la vita, così, io lo sapevo, senza una logica vera e propria, per me era così, cerca di qua, cerca di là, alla fine venne fuori che aveva avuto un ictus, era qualche giorno che non rispondeva alle telefonate, sono entrati nel suo appartamento e l'hanno trovato morto, la causa era stata attribuita a un probabile ictus...
"Te, te con la tua fissa del suicidio, capisco che l'hai passata, e brutta, ma adesso che le persone quando muoiono relativamente presto, che si debbano per forza togliere la vita, chi te la dice questa cosa, per quale motivo poi si sarebbe dovuto togliere la vita..."
Ancora scosso per quella tremenda notizia, farfugliai qualcosa a tal riguardo e archiviai quella disgrazia, ma era come se ci fosse un qualcosa in sospeso, un qualcosa che non mi tornava, tra il modo in cui era stata diffuso questo comunicato, tra altre storie ancora, qualche perplessità mi era rimasta, ma non ci feci più caso, finché qualche giorno fa mi capitò a tiro una persona, decisamente dentro a questo argomento, e così, quasi per caso, gli feci una domanda, a bruciapelo, come fosse morto quel nostro caro amico...
Dal disorientamento dei suoi occhi compresi immediatamente, ci mise giusto un minuto, considerando anche il fatto che io ho iniziato a pressarlo verbalmente, e alla fine cedette e mi confessò che si era impiccato...
"Cazzo, lo sapevo, me lo sentivo, porca puttana, speravo di sbagliarmi ma era proprio così..." dissi, non senza lanciare un'occhiataccia alla mia compagna, rea di avermene dette qualcuna di troppo, quando feci la mia supposizione su quel determinato accadimento, alla fine, purtroppo, avevo ragione io, c'era qualcosa, in quel caro ragazzo, perché io sarò anche maledetto, quando faccio questa affermazione, che la morte non altera la condizione di una persona, se uno è stato un testa di cazzo nella sua vita, dopo morto rimane sempre una testa di cazzo, e via discorrendo, per cui questo ragazzo, questo uomo (aveva un paio di anni più della mia età), ma lui è sempre stato una bella persona, gioviale, di animo gentile, burlone, di compagnia, ma ogni caso attirava quel certo non so ché che ti lasciava un po' interdetto, come se ci fosse sotto, come se avesse dentro un qualcosa di inspiegabile, a me da qualche tempo a questa parte mi dava questa impressione, non mi ero, purtroppo, sbagliato, di aver ragione in questi determinati casi non me ne fotte assolutamente nulla, avrei preferito centomila volte che avessi preso un granchio, perché si accetta molto più facilmente una malattia, una disgrazia, rispetto alla fattispecie del suicidio, che è sempre una pratica estremamente dolorosa, perché il rifiuto della vita viene percepito dalle persone in maniera molto forte, crea dolori profondissimi negli individui che rimangono su questa Terra e che devono accettare, volenti o nolenti, questa situazione, questo dato di fatto che pesa come un macigno...
Amico caro, amico mio carissimo, adesso, ancor di più, ti auguro che il tuo cuore, la tua anima dolce, fragile e tormentata possa finalmente trovare la pace che pensavo tu avessi anche nella vita reale...