Filippo si preparò accuratamente, cercando di non fare il minimo rumore per non svegliare nessuno, poi prese la vettura e si diresse verso casa sua, una leggera deviazione gli avrebbe consentito di andare a trovare la sua Elena, stranamente la sentiva molto vicina, pur non avendola mai incontrata in ambiti intimi e confidenziali, ma era fiducioso, speranzoso, che il feeling tra loro scattasse, in ogni caso avrebbe fatto tutto il possibile per affinché questo rapporto embrionale potesse avere un futuro, era troppo tempo che cercava un'opportunità, una possibilità, una via di fuga come quella che gli si stava prospettando davanti, ma il tutto era ancora da verificare, perché era molto nella sua mente...
"Arrivo, arrivo Elena, sto arrivando da te, brucerei questa strada che ancora ci separa, per fortuna a quest'ora del lunedì non c'è praticamente nessuno in giro, per cui pochi minuti e ci sarò, davanti al tuo portone, non so ancora bene cosa mi aspetterà, ma io sarò lì, poi vedremo, poi capiremo, poi, sicuramente, ci baceremo, e vedrai che bacio che ti tiro fuori..."
Con queste relative certezze si stava rapidamente avvicinando alla sua abitazione, sapeva che doveva posizionare la sua vetture in un parcheggio distante poche decine di metri da casa sua, e poi salire al 3° piano della palazzina dove era ubicato il suo appartamento...
Tutto andò secondo previsioni, tutto procedette come preventivato, una veloce telefonata per annunciare il suo arrivo, Elena aprì il portone di accesso allo stabile, e Filippo prese l'ascensore, varcata la porta del quale il cuore incominciò a battere, più forte, più impetuosamente, più tumultuosamente, deglutì un paio di volte e la saliva pareva piombo...
"Calmo, tranquillo, gioca bene le tue carte, stai rilassato, guardati in giro come entri, respira, prendi un attimo di tempo, oppure fai come credi, lascia stare tutto quanto e viviti il presente, secondo quello che ti troverai davanti..."
Timidezza, incertezza, timore, angoscia, inquietudine, ansia, tutte prospettive che gli passavano per la testa, quel maledetto ascensore sembrava avesse la velocità del bradipo in letargo, ma alla fine si arrestò, si fermò, in un altro lasso di tempo che pareva infinito le porte si aprirono, davanti ai suoi occhi si presentò lo spettacolo che stava sognando, intensamente, una porta, leggermente aperta, segnale inconfutabile che Elena l'aveva già aperta, pochi passi lo separavano da quell'appartamento, che voleva disperatamente potesse diventare una sorta di loro nido d'amore...
"Dai, Filippo, dai, forza e coraggio, non ti sbrana di sicuro, è dolce, è gentile, potrebbe essere davvero quello che cerchi in una donna, potrebbe diventare un'amica speciale, un'amante, o altro ancora, vai, vai e colpisci...", e con pochi passi colmò, non senza esitazione, la distanza che lo separava da quella porta socchiusa, ormai c'era solo da fare il grande passo, che poteva riservare grandi soddisfazioni, ma tutto era ancora pieno di incognite, di eventualità negative che potevano far andare le cose di traverso, perché un conto è parlare, ipotizzare, idealizzare anche un rapporto, una storia, e un conto è provare effettivamente a farla, a realizzarla, perché il tutto potrebbe avere sorprese, se non sgradite, per lo meno poco piacevoli...
Continua...
