A tutta banda... 4° parte

in Olio di Balena7 days ago


Immagine CC0 creative commons

"Io ti apro, ti ammazzo, ti distruggo, figlio di troia, ti insegno io come ci si comporta nella vita, pezzo di merda, infame, bastardo..." e tanto altro ancora, in un dialetto napoletano stretto che già mi faceva incazzare di suo...

"Stia calmo, stia tranquillo (del lei, perché da questo soggetto volevo tenere per bene le distanze), non si agiti, se lei teneva i suoi cani al guinzaglio e museruola non sarebbe successo nulla, e in ogni caso non li ho minimamente toccati..."

"Bastardo maledetto, hai provato a dargli di calcio, ti deve venire un cancro nelle gambe, una paralisi, così non vai più a rompere il cazzo in giro, perché sei un figlio di puttana, devi morire, infame...", era una autentica furia della natura, ma il bello doveva ancora venire, perché me lo devo partire verso la sua vettura, dicendo questa cosa...

"Adesso ti sistemo io, pezzo di merda, guarda cosa ti combino, merdoso, ti concio per le feste...", diceva correndo verso la propria auto, io in tutta risposta, feci alternare nel mio cervello questi due termini...

"Pistola-coltello, pistola-coltello, pistola-coltello, se è un coltello, allora faccio sempre in tempo a scappare, se ha una pistola, metti il caso che ha il colpo in canna, io faccio una cinquantina di metrì, forse 70, prima che faccia fuoco, per cui se ho sfiga mi può colpire alle spalle..."

Decisi di corrergli dietro, confidando nel fatto che la portiera lato passeggero fosse aperta per far scendere i suoi amati cani, quando raggiungo la sua vettura, tiro ripetutamente la maniglia della Fiat Ritmo (questa era la sua auto) verso me ma nulla, c'era la sicura abbassata...

Mi sono sentito perso, una consistente sensazione di terrore mi stava prendendo, perché se per caso avesse avuto una pistola non so cosa avrei studiato per implorarlo di non fare fuoco, anche se erano verso l'ora di pranzo di un giorno d'estate, con questa profonda angoscia che mi pesava sul cuore aspettai con trepidazione di conoscere il mio destino, quando ho visto quello che teneva e brandiva in mano, ho tirato un grandissimo sospiro di sollievo...

Un fermacarte, di metallo, con il terminale che finiva a punta, che avrebbe potuto facilmente infilare nella mia carne, ma non era poi così facile, perché dal grandissimo pericolo teorico che avevo appena passato mi stava salendo una rabbia che l'avrei ammazzato di botte, e in effetti stavo cercando di prendergli le misure, perché avanzava e ringhiava verso me, calcolavo la sua andatura, il suo andazzo, per capire se e come avrei potuto disarmando, e se per caso la mia manovra avesse avuto successo, gliene avrei date tante che lo avrei lasciato mezzo morto a terra, con una marea di ossa rotte, per tutto quello che mi avevo detto e che aveva fatto, quel bastardo maledetto...

"Stia tranquillo, le ripeto, non è il caso che si scaldi così tanto, non è successo nulla, stia calmo, prima che qualcuno si possa far male---"

"Io ti apro, ti faccio una croce, ti sbranco, ti tiro fuori le budella, ti ammazzo..." il tutto detto sempre in napoletano stretto, e vi posso garantire che non era assolutamente piacevole da vedersi né da sentirsi, nel suo piccolo, era molto minaccioso, non c'era tanto da stare allegri, ma ero pure relativamente tranquillo, soprattutto in considerazione del fatto che con la coda dell'occhio avevo già visto arrivare qualcuno, che si era messo al mio fianco a fronteggiare questo nano bastardo maledetto...

Continua...

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@tipu curate 2

Grazie mille per il prezioso supporto fornitomi...

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What do you call a hospital for horses?
A horse-pital.

Credit: reddit
@libertycrypto27, I sent you an $LOLZ on behalf of mad-runner

(3/10)
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