Non ci sono grossi dubbi per me, su cosa abbia influenzato la mia vita, sono ormai 35 anni che un terremoto, uno tsunami, un uragano ha investito la mia vita, alcuni di voi avranno già capito a cosa io mi stia riferendo, perché di questo e su questo argomento ho scritto e riscritto, soprattutto in passato, adesso ogni tanto, a spot come questa sera, riappare questo discorso, perché è un fatto che mi accompagnerà, volente o nolente, per tutti gli anni che mi resteranno da campare, poi, un giorno, spero ancora lontano, se c'è un aldilà, farò i conti con questa persona, per quello che ha fatto, che mi ha fatto, che ha fatto alle persone a lui care, con il suo gesto che non voglio definire, il suicidio, sì, sto parlando di mio fratello, che si tolse la vita nell'ormai lontano 1989, decretando la fine di quella sorta di gioventù leggera e relativamente spensierata che avevo vissuto fino a quel momento...
La sua fine prematura ha generato una tale tempesta di emozioni, cambiamenti, turbamenti, problemi tali che la mia vita è stata sconvolta talmente in profondità da provocare dei mutamenti irrimediabili nel mio carattere, portandomi ad accentuare eventuali miei difetti e incrementando la mia capacità di reazione nei confronti di alcune problematiche che mi sono ritrovato ad affrontare via via che la mia vita si è susseguita in questi lunghi anni che non è più presente con me, mi sono chiesto tantissime volte come sarebbe stata la mia esistenza se lui fosse stato ancora con noi, in fondo avrebbe avuto oggi 66 anni, con un'altissima probabilità di essere ancora vivo, perché nella sua vita non ha mai fumato ed ha sempre avuto un tenore di vita piuttosto salutare, ma non è così, non sarà così, perché è morto, e dal regno dei morti non c'è ritorno, purtroppo...
Ero un ragioniere, all'epoca in cui decise di fare il suo insano gesto, mi ritrovai davanti al classico bivio, continuare il mio lavoro presso l'azienda in cui ero impiegato oppure licenziarmi e gestire il negozio di articoli sportivi che con tanta difficoltà avevamo avviato, decisi logicamente per tanti versi di prendere la strada dell'imprenditoria, dedicando anima e corpo per portare avanti quel progetto che avevamo avviato insieme, e che da qualche tempo a questa parte ho irrimediabilmente dovuto abbandonare, per sopraggiunte difficoltà oggettive di mancanza di prospettive concrete di avere o gestire un'attività similare per me, sarei, saremmo ancora nel mondo lavorativo dello sport, io, lui, io e lui, se fosse ancora vivo??
Non lo so, non lo posso sapere, perché la mia immaginazione fa fatica a ipotizzare un presente del genere, perché seppur sempre presente nella mia mente, ho dovuto confrontarmi con le difficoltà del mondo senza il suo prezioso supporto, senza la miglior spalla sulla quale io abbia mai potuto effettivamente contare, eravamo davvero legatissimi, eravamo in certi frangenti una cosa sola, io al suo fianco e lui al mio fianco, nelle decisioni che contavano, purtroppo, su 58 anni della mia vita, solo 23 li ho passati con lui, e sono 35 che non c'è più, che mi manca, che è morto, che si è ucciso, al suo pensiero mi prende una tristezza infinita, tanti giorni la mia mente è distratta da altre vicissitudini, ma quando il cervello si incanala in certi percorsi, allora il dolore è sempre vivo, come se fosse il 1° giorno della sua assenza...